La Casa Bianca e il Congresso USA monitorano con attenzione la possibile integrazione dell’intelligenza artificiale di Alibaba negli iPhone venduti in Cina. Il caso evidenzia le tensioni crescenti tra necessità di mercato e rischi strategici in un contesto globale di rivalità tecnologica.
Secondo quanto riportato dal New York Times, la Casa Bianca e diversi esponenti del Congresso americano stanno analizzando con preoccupazione l’intenzione di Apple di collaborare con Alibaba per rendere disponibile l’intelligenza artificiale del gigante tech cinese sugli iPhone venduti in Cina.
Sebbene né Apple, né Alibaba abbiano commentato ufficialmente la notizia, l’indiscrezione, confermata da tre fonti vicine al dossier, riapre il dibattito sull’equilibrio tra strategie commerciali globali e vincoli geopolitici, in un momento in cui l’IA generativa è divenuta una risorsa critica per l’innovazione, la competitività e la sicurezza nazionale.
Apple alla ricerca di una soluzione locale per l’IA in Cina
Con il lancio di nuove funzionalità basate sull’IA nei suoi dispositivi, Apple ha bisogno di fornitori locali per operare nel mercato cinese, dove l’accesso a modelli occidentali come OpenAI, Google Gemini o Anthropic è vietato o altamente regolamentato. In questo contesto, Alibaba rappresenta un partner ideale, con la sua suite di soluzioni AI, tra cui il modello Tongyi Qianwen.
I timori di Washington: censura, sovranità e capacità tecnologica
Secondo il New York Times, le autorità americane temono che l’accordo:
- rafforzi le capacità di intelligenza artificiale di un attore cinese strategico
- estenda l’uso di chatbot soggetti a censura a un numero maggiore di utenti, attraverso un dispositivo occidentale come l’iPhone
- esponga Apple alle normative cinesi in materia di condivisione dei dati e conformità ai meccanismi di controllo governativo.
In particolare, la possibilità che iOS venga parzialmente “localizzato” per aderire ai vincoli di Pechino potrebbe rappresentare un precedente pericoloso per la neutralità dei sistemi operativi globali e per la protezione della privacy degli utenti.
Alibaba: un consolidamento nell’IA locale
Per Alibaba, l’integrazione con Apple rappresenterebbe un’importante legittimazione nel mercato dell’IA cinese, dove la concorrenza è agguerrita e vede attori emergenti come DeepSeek proporre modelli ad alte prestazioni a costi inferiori rispetto ai rivali occidentali. Un’eventuale partnership con Apple permetterebbe ad Alibaba di:
- rafforzare la propria presenza nell’ecosistema mobile premium
- ottenere una massa critica di utenti per migliorare i propri modelli
- dimostrare capacità tecnologica paragonabile agli standard globali.
Implicazioni geopolitiche e strategiche: il confine sfumato tra business e sicurezza
Il caso Apple–Alibaba evidenzia il crescente intreccio tra scelte industriali e dimensioni geopolitiche. Le aziende occidentali operanti in Cina si trovano sempre più spesso a dover scegliere tra:
- accesso al mercato e compliance alle regole locali
- protezione dei valori di trasparenza, privacy e neutralità tecnologica.
Per Apple, che genera circa un quinto del proprio fatturato in Cina e produce gran parte dei propri dispositivi nel Paese, la partnership con Alibaba rappresenta un compromesso operativo. Ma per Washington, potrebbe trattarsi di un rischio strategico, in linea con le preoccupazioni già espresse su TikTok, Huawei e altre piattaforme tech cinesi.
Verso una nuova era di “tech diplomacy” multilivello
In un mondo digitale frammentato da barriere normative, modelli di governance divergenti e rivalità geopolitiche, ogni accordo tra big tech occidentali e partner cinesi assume un valore sistemico.
La vicenda Apple–Alibaba sarà probabilmente solo la prima di una lunga serie di casi in cui il governo americano interverrà per vigilare sull’integrità tecnologica dei propri campioni industriali, e sull’export indiretto di competenze AI verso potenze strategicamente rivali.