L’operazione da 3,1 miliardi di dollari tra due colossi delle telecomunicazioni satellitari europee solleva interrogativi sulla concorrenza e sull’autonomia tecnologica dell’Europa nel settore spaziale. L’antitrust europeo sonda il ruolo crescente di Starlink e dei nuovi player in orbita bassa.
L’Unione Europea torna a riflettere sul rapporto tra integrazione industriale e concorrenza strategica. Questa volta il contesto non è il digitale o l’energia, ma lo spazio satellitare, divenuto rapidamente uno dei fronti chiave della competizione tecnologica globale.
La Commissione europea sta infatti valutando l’acquisizione da 3,1 miliardi di dollari del gruppo statunitense Intelsat da parte della lussemburghese SES, uno dei principali operatori satellitari europei. L’operazione mira a consolidare il mercato delle comunicazioni via satellite e rafforzare la posizione degli operatori europei in un settore sempre più dominato da giganti americani come Starlink (SpaceX) e il nascente Project Kuiper (Amazon).
La concorrenza si sposta in orbita bassa
Il cuore dell’indagine antitrust risiede in una domanda chiave: Starlink può essere considerato un concorrente credibile di SES e Intelsat?
In una fase preliminare dell’istruttoria, la Direzione Generale della Concorrenza ha inviato un questionario dettagliato a clienti e stakeholder del settore, per valutare l’effettiva dinamica concorrenziale in un mercato in rapida evoluzione.
In particolare, la Commissione chiede:
- se i satelliti in orbita terrestre bassa (LEO) — come quelli operati da Starlink e OneWeb (gruppo Eutelsat) — costituiscano un’alternativa concreta per la fornitura di capacità satellitare bidirezionale
- se tali operatori stanno già vincendo gare e ottenendo contratti
- se i clienti riescono a negoziare condizioni competitive o cambiare fornitore in modo agevole.
I risultati di questo sondaggio, attesi entro il 13 maggio, influenzeranno la decisione dell’esecutivo europeo, che dovrà decidere entro il 10 giugno se autorizzare l’operazione senza condizioni, richiedere rimedi oppure avviare una seconda fase di indagine approfondita.
Un mercato strategico, tra tecnologia, difesa e politica industriale
SES, con una flotta combinata di circa 70 satelliti in orbite geostazionarie e medie, opera in diversi segmenti: broadcast televisivo, connettività a banda larga, servizi per governi e forze armate. L’unione con Intelsat mira a creare un operatore globale con maggiore massa critica e resilienza tecnologica, capace di competere su scala planetaria.
Ma il consolidamento industriale non avviene in un vuoto geopolitico. L’Unione Europea sta cercando di costruire una propria autonomia strategica nello spazio, non solo attraverso l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) e il programma IRIS² per la connettività satellitare sicura, ma anche tramite una nuova generazione di campioni industriali europei.
In questo contesto, la Commissione si muove su un crinale complesso: favorire l’integrazione industriale per competere globalmente, senza compromettere la concorrenza all’interno del mercato unico. La presenza di operatori extracomunitari in rapida espansione, come Starlink, pone un’ulteriore sfida: definire quando un soggetto dominante in Europa è effettivamente “dominante”, se il benchmark globale si sposta fuori dai confini dell’UE.
Diritti dell’innovazione, spazio regolatorio e tecnologie dual use
Il caso SES–Intelsat solleva inoltre questioni giuridiche ed economiche di prima rilevanza in materia di:
- diritto della concorrenza applicato a mercati ad alta innovazione
- governance dello spettro orbitale e delle frequenze radio
- interoperabilità tra sistemi di telecomunicazione e satelliti
- e l’emergere di tecnologie “dual use”, con potenziali applicazioni sia civili che militari.
La crescente integrazione tra tecnologie spaziali, reti terrestri e cloud computing rende il settore delle comunicazioni satellitari uno snodo strategico per la sovranità tecnologica europea, ma anche un ambito ad alta complessità regolatoria, dove il ruolo delle istituzioni è sempre più proattivo.
Verso una decisione politica oltre la concorrenza?
Il caso SES–Intelsat potrebbe costituire un precedente importante per la politica industriale europea del futuro. Sia che venga approvata senza condizioni, sia che richieda impegni o venga sottoposta a revisione più profonda, la decisione della Commissione sarà osservata con attenzione da governi, aziende e investitori. Perché in gioco non c’è solo la concorrenza in senso tecnico, ma la capacità dell’Europa di restare protagonista nella nuova economia orbitale globale.