Il governo cinese punta a integrare l’AI in tutti i livelli del sistema scolastico per formare le competenze del futuro. Un piano strategico per sostenere l’innovazione, l’indipendenza scientifica e la leadership globale entro il 2035.
La Cina ha annunciato un’importante trasformazione del proprio sistema educativo, con l’obiettivo di integrare applicazioni di intelligenza artificiale (AI) all’interno dei programmi scolastici, dei materiali didattici e delle pratiche di insegnamento. Il piano, ufficializzato dal Ministero dell’Istruzione attraverso un documento strategico, coinvolgerà tutti i livelli dell’istruzione: primaria, secondaria e universitaria.
Questa riforma si inserisce nel più ampio progetto nazionale di fare della Cina una “potenza educativa” entro il 2035, come delineato nel primo Piano d’Azione Nazionale per una Nazione dell’Istruzione Forte, lanciato a gennaio.
AI per la competitività e la formazione delle competenze chiave
L’obiettivo dichiarato è duplice: da un lato, sviluppare le capacità fondamentali di docenti e studenti – tra cui pensiero critico, problem solving, cooperazione e comunicazione – e, dall’altro, coltivare una nuova generazione di talenti altamente innovativi, capaci di sostenere la crescita tecnologica e industriale del Paese.
Secondo il ministero, l’intelligenza artificiale potrà contribuire a rendere le lezioni “più sfidanti e stimolanti”, offrendo strumenti di apprendimento personalizzati, analisi predittive e contenuti adattivi.
Educazione e AI: strategia geopolitica per l’autonomia tecnologica
La riforma scolastica rappresenta anche una mossa strategica in risposta alla crescente competizione globale nell’ambito dell’intelligenza artificiale. Dopo il successo mediatico della startup cinese DeepSeek, che a gennaio ha lanciato un modello linguistico di grandi dimensioni (LLM) a costi inferiori rispetto ai concorrenti americani, la Cina ha intensificato l’adozione dell’AI nelle università, ampliando l’offerta formativa e i posti disponibili.
L’integrazione dell’AI nei curricula rappresenta, quindi, una leva educativa per l’indipendenza scientifica e per ridurre la dipendenza tecnologica da modelli esterni, in particolare statunitensi.
Implicazioni giuridiche e normative: accesso ai dati, privacy e governance dell’AI in ambito educativo
L’adozione diffusa di intelligenza artificiale in ambito scolastico solleva interrogativi anche sul piano legale e regolatorio: dalla gestione dei dati sensibili degli studenti alle modalità di sorveglianza algoritmica nelle valutazioni, passando per la trasparenza dei modelli utilizzati e l’equità nell’accesso alle tecnologie.
In questo contesto, si rende necessario un quadro normativo aggiornato, che garantisca sia la sicurezza e la privacy degli utenti, sia l’eticità dell’intelligenza artificiale nei processi di apprendimento e valutazione.
Economia della conoscenza: la formazione come catalizzatore della crescita futura
Nel contesto della transizione verso una “economia dell’innovazione”, la Cina riconosce il ruolo dell’istruzione non solo come fattore di equità sociale, ma anche come infrastruttura economica essenziale. L’introduzione sistematica dell’AI nella scuola punta a generare capitale umano ad alta specializzazione, elemento fondamentale per lo sviluppo di settori strategici quali robotica, biotecnologie, semiconduttori, difesa e cybersicurezza.
Questa visione posiziona l’educazione come uno degli assi centrali della nuova sovranità tecnologica cinese, in linea con gli obiettivi delineati nei piani quinquennali e nel framework “China Standards 2035”.
L’integrazione dell’intelligenza artificiale nei programmi scolastici cinesi rappresenta molto più di una riforma educativa: è una scelta di politica industriale, tecnologica e geopolitica, che punta a plasmare la prossima generazione di innovatori globali. In un mondo in rapida trasformazione, la scuola diventa così il primo campo di battaglia per la leadership nell’intelligenza artificiale.