L’iniziativa Stargate, sostenuta da investimenti privati su scala mai vista, potrebbe approdare in Europa. Il Regno Unito, assieme a Germania e Francia, tra i candidati principali per ospitare nuove aree strategiche per i data center.
Il progetto Stargate, ambiziosa iniziativa con un budget fino a 500 miliardi di dollari in infrastrutture dedicate all’intelligenza artificiale, torna al centro del dibattito globale. Secondo quanto riportato dal Financial Times, il consorzio composto da OpenAI, SoftBank e Oracle sta valutando attivamente il Regno Unito come possibile sede per una futura espansione in Europa.
L’interesse verso il mercato britannico si inserisce nel contesto di una strategia di internazionalizzazione dell’infrastruttura AI, motivata da esigenze di ridondanza, disponibilità energetica, sicurezza normativa e accesso al talento.
Il Regno Unito si candida a polo europeo per l’AI: deregolamentazione, zone dedicate e accesso ai dati pubblici
Il Primo Ministro britannico Keir Starmer ha annunciato un approccio pro-innovazione sul piano normativo, promettendo semplificazioni per i grandi investitori tecnologici, apertura dei dataset pubblici alla ricerca e zone speciali per la costruzione di data center.
Queste politiche mirano a trasformare il Regno Unito in una “superpotenza dell’intelligenza artificiale”, attirando capitali e know-how da giganti del settore. L’accesso stabile all’energia — una criticità crescente per l’industria data-driven — rappresenta un ulteriore elemento di attrazione, al pari della Germania e della Francia, anch’esse in corsa per ospitare future installazioni del progetto Stargate.
Origine e ambizione del progetto Stargate: la sfida infrastrutturale globale dell’AI
Lanciato pubblicamente nel gennaio 2024 con il sostegno del presidente USA Donald Trump, Stargate rappresenta uno dei più importanti investimenti privati mai pianificati in ambito tecnologico. L’obiettivo è chiaro: costruire un’infrastruttura in grado di sostenere lo sviluppo di modelli di AI generativa, agenti autonomi e sistemi di calcolo ad altissima intensità energetica e computazionale.
In una nota congiunta rilasciata a Reuters, OpenAI e SoftBank hanno ribadito il loro impegno iniziale a destinare fino a 500 miliardi di dollari negli Stati Uniti entro quattro anni, pur confermando l’interesse per una Stargate Europe, come suggerito dal CEO di OpenAI Sam Altman già a febbraio.
Implicazioni geopolitiche e regolatorie: l’AI come nuova leva di soft power globale
L’espansione potenziale di Stargate in Europa solleva interrogativi di natura geopolitica e giuridica. Le scelte localizzative di infrastrutture strategiche come i data center non sono più solo una questione di logistica o costi, ma riflettono considerazioni legate a sovranità tecnologica, norme sulla privacy, controllo dei flussi di dati transfrontalieri e resilienza energetica.
L’Unione Europea, da un lato, spinge per un approccio regolatorio centrato sull’etica dell’AI e la protezione dei dati (AI Act, GDPR); dall’altro, non può permettersi di restare esclusa dalla geografia dei megainvestimenti privati che stanno ridefinendo l’ecosistema tecnologico globale.
Prospettive di mercato: capitali, competizione e nuove frontiere dell’intelligenza artificiale
Il boom di interesse verso l’intelligenza artificiale ha catalizzato una nuova ondata di capitali sul settore, sostenuta dalla rapida diffusione di chatbot, AI agents e soluzioni verticali in ambito medico, legale, industriale e finanziario. Stargate si configura come la dorsale infrastrutturale di questa rivoluzione, in grado di fornire l’energia, lo storage e la potenza computazionale necessarie per la prossima generazione di modelli linguistici su larga scala e sistemi autonomi.
La competizione tra Stati Uniti, Cina e Unione Europea per il primato nell’intelligenza artificiale non si gioca più solo sulle capacità di ricerca, ma sull’abilità di attrarre, finanziare e regolamentare l’infrastruttura sottostante.
L’eventuale approdo del progetto Stargate in Europa rappresenterebbe un cambio di paradigma nell’equilibrio geopolitico e tecnologico globale, segnando il passaggio da un’AI sviluppata per i mercati locali a un’intelligenza artificiale infrastrutturata su scala planetaria.