ISAB, il maggiore impianto di raffinazione italiano cerca nuovi partner: Economou valuta l’uscita di Trafigura

RedazioneRedazione
| 14/04/2025
ISAB, il maggiore impianto di raffinazione italiano cerca nuovi partner: Economou valuta l’uscita di Trafigura

Il miliardario greco George Economou valuta l’ingresso di nuovi trader petroliferi nella gestione dell’ex raffineria Lukoil a Priolo. In gioco la redditività dell’impianto e gli equilibri energetici italiani.

La raffineria ISAB di Priolo Gargallo, in Sicilia, torna al centro dell’attenzione internazionale. Dopo l’acquisizione da parte di GOI Energy nel 2023, a seguito del disimpegno forzato di Lukoil PJSC per effetto delle sanzioni contro la Russia, il nuovo principale azionista – George Economou, magnate greco della cantieristica e principale investitore del fondo cipriota Argus – sta valutando la sostituzione di Trafigura come partner di approvvigionamento.

Secondo fonti vicine al dossier, Economou sarebbe in trattative esplorative con nuovi operatori del trading petrolifero, con l’obiettivo di incrementare la redditività dell’impianto, senza che al momento siano state prese decisioni definitive.

Una struttura strategica per l’Italia

La raffineria ISAB, con una capacità di lavorazione di 320.000 barili al giorno, rappresenta circa il 20% della produzione di carburante nazionale. Il sito è considerato strategico dal governo italiano, non solo per la sua capacità produttiva, ma anche per la dipendenza energetica della Sicilia, che ne riceve gran parte del fabbisogno locale.

L’impianto garantisce occupazione diretta e indiretta a circa 3.000 persone, un dato chiave che ha influito sulla decisione del governo Meloni di autorizzare l’acquisizione da parte di GOI Energy nel 2023, subordinando l’operazione al rispetto di specifici vincoli occupazionali, ambientali e industriali.

Da Lukoil a GOI Energy: una transizione complessa

L’operazione di vendita dell’ISAB da Lukoil a GOI Energy è avvenuta nel quadro delle sanzioni europee imposte alla Russia dopo l’invasione dell’Ucraina. GOI Energy si è impegnata a mantenere operativa la raffineria garantendo forniture e vendite di prodotti attraverso una partnership commerciale con Trafigura Group, una delle principali trading house globali.

Tuttavia, nei primi mesi del 2025, ISAB ha presentato domanda di procedura di composizione della crisi ai sensi del diritto italiano, a causa delle crescenti pressioni sui pagamenti verso fornitori e creditori. Questo passaggio ha reso urgente una ristrutturazione dell’equilibrio finanziario e operativo dell’impianto, favorendo l’apertura a nuove collaborazioni commerciali.

Economou, Argus e le manovre sul dossier energia

George Economou, pur non avendo mai confermato pubblicamente il suo ruolo, è il principale investitore del fondo Argus, che detiene la maggioranza di GOI Energy. Fonti riservate confermano che il tycoon greco è coinvolto attivamente nelle scelte di governance e nelle trattative strategiche dell’impianto, in cerca di partner più performanti sul piano logistico e commerciale.

Il potenziale disimpegno di Trafigura – che non ha rilasciato dichiarazioni – segnerebbe un ribilanciamento degli assetti geopolitici ed energetici dell’area mediterranea, in un contesto in cui le infrastrutture energetiche italiane sono tornate ad essere oggetto di attenzione da parte del governo e degli investitori internazionali.

Geopolitica, energia e sicurezza strategica

La raffineria di Priolo rientra nel novero degli asset strategici nazionali secondo la normativa italiana sul golden power, che consente al governo di intervenire in operazioni che coinvolgano settori critici come l’energia. L’interesse verso la sostenibilità economica dell’impianto va quindi letto anche alla luce delle tensioni geopolitiche globali, con la ridefinizione degli equilibri tra fornitori e consumatori di energia in corso dopo la crisi russo-ucraina e la guerra commerciale USA-Cina.

Le trattative per la sostituzione di Trafigura potrebbero implicare l’ingresso di nuovi soggetti asiatici o mediorientali nel mercato europeo del downstream, con implicazioni di rilievo anche per la politica energetica italiana ed europea.

Prospettive e criticità

Mentre GOI Energy e Argus restano silenti, il destino dell’ISAB si intreccia con il futuro della sicurezza energetica italiana, l’attrattività per investimenti esteri e la gestione della transizione energetica in aree ad alta intensità industriale come il polo petrolchimico siracusano.

Per il governo italiano, sarà cruciale monitorare le prossime mosse del management, anche alla luce della procedura di composizione negoziata in corso, per garantire continuità produttiva e occupazionale.

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