USA, il budget 2026 proposto da Trump dimezza i fondi alla NASA: a rischio programmi scientifici, Marte e il telescopio Roman

| 14/04/2025
USA, il budget 2026 proposto da Trump dimezza i fondi alla NASA: a rischio programmi scientifici, Marte e il telescopio Roman

Il nuovo budget proposto dal presidente Donald Trump per l’anno fiscale 2026 rischia di segnare un punto di svolta drammatico per la ricerca spaziale americana. Secondo fonti vicine alla Casa Bianca, la bozza prevede di quasi dimezzare i fondi destinati alla direzione scientifica della NASA, passando dagli attuali 7,3 miliardi di dollari a circa 3,9 miliardi.

Le ripercussioni, qualora il Congresso dovesse confermare le linee guida, sarebbero rilevanti: tagli profondi a programmi su scienze della Terra, astrofisica, scienze planetarie e eliografia, e possibile cancellazione del programma Mars Sample Return e del telescopio spaziale Nancy Grace Roman.

Un budget “snaturato”: la NASA senza fondi per il cuore della sua missione scientifica

Nel dettaglio, la proposta dell’Office of Management and Budget (OMB) ridurrebbe di oltre il 50% i fondi per le missioni di Earth Science, che monitorano clima, atmosfera e fenomeni naturali terrestri, e di quasi il 70% quelli per l’astrofisica, settore cruciale per l’osservazione dell’universo profondo.

Sarebbero mantenuti in funzione i due gioielli già operativi nello spazio — il telescopio Hubble e il James Webb Space Telescope — ma non sono previsti fondi per il lancio del telescopio Nancy Grace Roman, attualmente in fase di test presso il centro Goddard della NASA. Il Roman, progettato per studiare l’evoluzione delle galassie e dei pianeti extrasolari, avrebbe dovuto essere lanciato entro la primavera del 2027, con un budget complessivo stimato di 4,3 miliardi di dollari.

Mars Sample Return e il futuro incerto dell’esplorazione marziana

Un altro punto critico è l’assenza di stanziamenti specifici per la missione Mars Sample Return, considerata tra le più ambiziose della NASA. Il programma, già avviato con il rover Perseverance atterrato su Marte nel 2021, prevede il recupero e il ritorno sulla Terra di campioni di suolo marziano. Tuttavia, già nel 2024 la NASA aveva riconosciuto ritardi significativi e sforamenti di budget, aprendo a soluzioni ibride con il settore privato.

Ora, il taglio dei fondi potrebbe compromettere definitivamente il programma, che dovrebbe vedere una decisione finale nel secondo semestre del 2026.

Una visione politica: tra privatizzazione dello spazio e ridimensionamento scientifico

La scelta di Jared Isaacman — imprenditore miliardario e investitore in SpaceX — come nuovo amministratore NASA, offre una chiave di lettura della politica spaziale di Trump. Durante la sua audizione al Senato, Isaacman ha dichiarato:

“Dobbiamo puntare a portare l’uomo sulla Luna e su Marte in programmi paralleli. Trump vuole inaugurare una nuova età dell’oro della scienza.”

Una dichiarazione ambiziosa, che però sembra in contrasto con l’evidente riduzione del supporto economico alle attività scientifiche. Il piano di Trump sembra voler privilegiare l’esplorazione umana e la cooperazione con il settore privato, rispetto alle missioni scientifiche autonome, con implicazioni rilevanti anche per la cooperazione internazionale.

Impatto geopolitico e ruolo americano nell’esplorazione spaziale

Il taglio dei fondi rischia di minare la leadership globale degli Stati Uniti nello spazio scientifico, aprendo spazio ad altri attori come Cina, India ed Europa, che stanno accelerando le proprie attività scientifiche orbitali e planetarie. In particolare, il telescopio Roman era considerato una risposta strategica al telescopio Euclid dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) e alle missioni lunari cinesi.

L’assenza di una visione coerente sul lungo periodo potrebbe rendere difficile per la NASA mantenere la propria centralità scientifica e diplomatica nelle future collaborazioni internazionali.

Revisione, negoziazione e confronto con il Congresso

La NASA ha confermato di aver ricevuto la proposta di budget per il 2026 e ha avviato un “processo deliberativo”. Il passo successivo sarà un confronto tecnico con l’OMB, prima della pubblicazione ufficiale del bilancio. Tuttavia, la decisione finale spetterà al Congresso, che potrà approvare, modificare o respingere i tagli proposti.

Nel frattempo, la comunità scientifica e accademica ha già espresso preoccupazione per l’eventuale stop a programmi fondamentali per la comprensione del nostro pianeta e dell’universo.

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