AI, energia e nucleare: Amazon bloccata dalla FERC sull’espansione del data center alimentato direttamente da centrale nucleare

RedazioneRedazione
| 13/04/2025
AI, energia e nucleare: Amazon bloccata dalla FERC sull’espansione del data center alimentato direttamente da centrale nucleare

La decisione dei regolatori statunitensi riaccende il dibattito sull’impatto energetico dell’intelligenza artificiale e sui nuovi modelli di approvvigionamento co-locati.

L’espansione dei data center alimentati direttamente da centrali elettriche, strategia sempre più adottata dalle Big Tech per sostenere la crescita dell’intelligenza artificiale, ha subito una battuta d’arresto. La Federal Energy Regulatory Commission (FERC) ha respinto la richiesta di Talen Energy di aumentare la fornitura di energia al mega data center di Amazon situato in Pennsylvania e collegato direttamente alla centrale nucleare Susquehanna, di proprietà della stessa Talen.

La decisione mantiene il limite imposto a novembre 2024: non oltre 300 megawatt potranno essere forniti al centro dati. Questo, nonostante l’infrastruttura, secondo gli accordi iniziali, fosse stata progettata per raggiungere un consumo potenziale di quasi 1.000 megawatt.

La sfida energetica dell’AI: tra urgenza tecnologica e sicurezza nazionale

Nel contesto dell’accelerazione globale dell’intelligenza artificiale, Amazon – così come Google, Microsoft e altri operatori – ha intensificato la ricerca di fonti energetiche stabili, abbondanti e immediate. Tra le soluzioni emerse, i cosiddetti accordi “co-locati”, che prevedono l’alimentazione diretta dei data center da impianti energetici esistenti, spesso senza passare per la rete elettrica pubblica.

Questi accordi permettono alle aziende di evitare i lunghi tempi di attesa per la connessione alla rete e di aggirare i limiti infrastrutturali del sistema energetico nazionale, sempre più sotto pressione.

Tuttavia, proprio questa disintermediazione energetica preoccupa i regolatori. Secondo FERC, l’approccio co-locato adottato nel caso Amazon potrebbe compromettere la stabilità della rete, alterare i costi per i consumatori e ridurre la trasparenza del mercato elettrico.

Le implicazioni economiche e finanziarie della decisione

La decisione di FERC ha un impatto diretto non solo sul progetto Amazon, ma anche sul modello di business emergente delle utility private, come Talen Energy, che vedono nei contratti co-locati una nuova frontiera di redditività.

Negli ultimi mesi, Talen aveva beneficiato in Borsa dell’interesse crescente per queste soluzioni, considerate essenziali per attrarre le Big Tech nel panorama dell’energia nucleare e rinnovabile. La prospettiva di siglare accordi multipli di fornitura diretta aveva contribuito a rafforzare le aspettative di mercato. Ora, il blocco normativo rischia di raffreddare l’entusiasmo degli investitori, almeno nel breve termine.

Talen ha comunque dichiarato di essere pronta a proseguire il contenzioso a livello federale, portando il caso alla Corte d’Appello del Quinto Circuito. “Il pronunciamento della FERC ci consente ora di far valere i nostri diritti nel merito”, ha affermato la portavoce Taryne Williams.

Una questione strategica e geopolitica

La vicenda riflette uno dei grandi dilemmi della transizione digitale ed energetica globale: come garantire l’elettricità necessaria per sostenere le infrastrutture dell’AI, senza compromettere l’equilibrio della rete né esacerbare le disuguaglianze nell’accesso all’energia?

Il caso Amazon-FERC si inserisce in un contesto più ampio, dove Stati Uniti, Europa e Asia stanno ridefinendo le regole dell’allocazione energetica per usi tecnologici avanzati, in un momento in cui l’AI è considerata strategica per la competitività nazionale.

L’uso prioritario dell’energia nucleare per scopi industriali privati, come nel caso Amazon, apre anche interrogativi su sicurezza energetica, controllo democratico delle risorse e governance digitale. A ciò si aggiungono timori ambientali e sociali legati all’impatto territoriale dei mega data center.

Prospettive normative: verso un quadro regolatorio sui modelli co-locati

La FERC ha fatto sapere di stare valutando l’introduzione di norme specifiche per disciplinare gli accordi co-locati, la cui diffusione è attesa in forte crescita nei prossimi anni. Un quadro regolatorio chiaro potrebbe armonizzare gli interessi tra innovazione tecnologica e tutela del bene pubblico, tracciando un percorso sostenibile per il futuro energetico dell’intelligenza artificiale.

In assenza di regole uniformi, tuttavia, il rischio è che ogni caso venga gestito singolarmente, generando incertezza normativa e tensioni tra attori privati e autorità pubbliche.

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