L’Unione Europea è chiamata a una svolta strategica nel settore spaziale. Mentre la dipendenza da operatori privati statunitensi come SpaceX si fa sempre più evidente – specialmente dopo i segnali di instabilità legati all’uso geopolitico del servizio satellitare Starlink – Bruxelles cerca di accelerare la costruzione di un’infrastruttura spaziale autonoma e resiliente. Ma secondo gli analisti non bastano gli investimenti: servono scelte industriali coraggiose, integrazione tra i campioni europei e una visione a lungo termine.
Dallo spazio alla sicurezza: perché la sovranità spaziale è diventata una priorità geopolitica
La crisi in Ucraina ha messo in luce una realtà ormai ineludibile: l’accesso indipendente ai servizi satellitari è diventato un asset strategico, fondamentale non solo per le telecomunicazioni e la navigazione, ma anche per la sicurezza nazionale e la difesa europea. La recente minaccia, poi ritirata, di sospensione dell’accesso ucraino a Starlink ha sollevato timori a Bruxelles sull’eccessiva dipendenza da infrastrutture controllate da aziende esterne all’UE e potenzialmente influenzabili da dinamiche politiche extracomunitarie.
IRIS2: il progetto europeo per una costellazione indipendente
In risposta, la Commissione Europea ha avviato IRIS2 (Infrastructure for Resilience, Interconnectivity and Security by Satellite), un ambizioso programma che mira a creare una rete satellitare europea simile a Starlink. Il progetto prevede il lancio di circa 290 satelliti a partire dal 2027, con un budget complessivo di 10,6 miliardi di euro, finanziato in parte da fondi pubblici e in parte da consorzi privati. Tra i principali attori industriali coinvolti figurano Airbus, Thales Alenia Space e Leonardo, ma il progetto sconta ancora una governance frammentata e un assetto industriale disomogeneo.
La mancanza di un “campione europeo dello spazio”: il nodo strategico
A differenza di SpaceX – che integra sviluppo tecnologico, produzione di razzi riutilizzabili, piattaforme satellitari e accesso commerciale diretto – l’Europa continua a operare in compartimenti separati. Le divisioni spaziali di Airbus e Thales non sono ancora fuse in un’unica entità, mancando così quella massa critica necessaria per scalare innovazione e competitività.
Inoltre, mentre SpaceX beneficia di miliardi di dollari in contratti governativi con la NASA, il Pentagono e aziende private, IRIS2 si scontra con difficoltà nel reperire finanziamenti privati e nell’identificare clienti commerciali oltre il perimetro istituzionale.
La geopolitica della connettività: lo spazio come leva economica e di influenza
Oggi, il dominio dello spazio non è solo una questione di tecnologia, ma anche di influenza geopolitica e accesso ai dati. Stati Uniti, Cina e – in misura crescente – India e Arabia Saudita stanno investendo massicciamente in capacità spaziali autonome, consapevoli che il futuro del commercio, della difesa, del monitoraggio climatico e dell’intelligenza artificiale passerà anche dall’orbita bassa.
In questo scenario competitivo, l’Unione Europea rischia di perdere terreno, se non sarà in grado di superare le proprie frammentazioni e promuovere una politica industriale spaziale comune.
L’appello all’azione: più cooperazione e meno frammentazione
Alcuni leader industriali – e ora anche i policy maker europei – chiedono una vera integrazione delle filiere spaziali, ispirandosi al modello statunitense. L’ipotesi di una fusione tra le unità spaziali di Airbus, Thales e Leonardo è tornata sul tavolo, così come l’esigenza di rafforzare la European Space Agency (ESA) come punto di riferimento unico per la ricerca, lo sviluppo e l’allocazione dei fondi.
Parallelamente, si discute della necessità di accelerare la sburocratizzazione dei programmi europei, di migliorare l’accesso al credito per le space-tech e di definire regole comuni per l’uso commerciale e governativo dello spazio europeo.
Lo spazio, il nuovo teatro del potere economico e tecnologico
L’Europa ha le competenze tecnologiche, i capitali pubblici e i partner industriali per costruire un’infrastruttura spaziale autonoma e competitiva. Ma per competere con colossi come SpaceX e Starlink, dovrà superare le proprie inefficienze strutturali, puntando su integrazione industriale, visione strategica e cooperazione politica. Il tempo stringe: nel nuovo equilibrio geopolitico globale, lo spazio è diventato il nuovo teatro del potere economico e tecnologico.