La Cina sta mettendo sempre più pressione all’industria globale delle auto con le sue vetture elettriche dal prezzo competitivo. Ma non è solo quello che dovrebbe far preoccupare la concorrenza: Pechino corre anche con le soluzioni tecnologiche.
Il settore automobilistico europeo, americano e giapponese sta vivendo una situazione di crisi a dir poco clamorosa. Nel senso che posizioni che sembravano solide e acquisite si stanno dimostrando non più tali. Non basta il blasone di marchi storici: il mercato sa essere spietato, e non c’è tempo per adagiarsi sugli allori soprattutto quando non noti le grandi manovre dall’estremo oriente che si agitano da diversi anni.
Parliamo dell’ascesa delle auto elettriche dalla Cina, che come sappiamo ha puntato in tempi non sospetti su questa tecnologia, giocando d’anticipo sapendo di non poter competere ad armi pari con i modelli dai motori tradizionali. E così eccoci arrivati ad una situazione in cui l’industria automotive sta vivendo una congiuntura difficile per una serie di eventi e cigni neri che hanno scombussolato il mercato. E in questo tourbillon ha avuto gioco facile Pechino e i suoi rampanti marchi automobilistici votati ai veicoli a batteria.
La Cina punta sulla tecnologia con le sue auto elettriche: le innovazioni nelle batterie
Un’analisi di Mark Rainford su Car Magazine ha sottolineato inoltre uno degli assi nella manica delle auto cinesi. E non è solo il prezzo, ma anche la proposta tecnologica.
Un esempio è la Golden Battery della Zeekr 007. Le batterie rappresentano l’aspetto vitale delle auto elettriche: da esse dipende larga parte del loro prezzo, oltre ovviamente le prestazioni e l’autonomia. La Cina ha il vantaggio di avere una posizione di leadership in merito alle materie prime alla base degli accumulatori e alla loro produzione. E quindi marchi come quelli appartenenti al gruppo Geely come Zeekr possono permettersi la produzione interna delle proprie batterie (anche Toyota ci sta provando, a dire il vero).
Ebbene, questa Golden Battery sviluppata dalla casa automobilistica è una litio-ferro-fosfato da 75 kWh che permette una carica ottimale (quindi dal 10 all’80%) in poco più di 10 minuti. Ovviamente sfruttando il caricabatterie adatto, ma questo dà l’idea di come stia correndo la Cina. Mentre noi dibattiamo di limiti alle emissioni, biocarburanti, e-Fuels e ci aggrappiamo agli investimenti promessi da Stellantis.
A proposito di batterie, NIO con la ET7 ha proposto la prima vettura con batteria allo stato semisolido da 150 kWh, con autonomia potenziale da un migliaio di chilometri. Non solo. L’auto è supportata da una rete di 2.500 stazioni (per ora in Cina) che effettuano la sostituzione della batteria in maniera automatizzata.
E alcune vetture hanno sviluppato una guida autonoma sofisticata
Altri marchi cinesi come Avatr propongono per la loro 12 un sistema di guida autonoma grazie alla tecnologia di Huawei (sempre più orientata a questo settore) Qiankun 3.0. La vettura pare possa percorrere alcuni tratti delle strade urbane cinesi senza ausilio del guidatore, oltre a parcheggiarsi in maniera autonoma.
La Z9 GT di Denza, berlina di 5 metri agile grazie alla tecnologia delle sue ruote sterzanti
Sorprende anche la Denza Z9 GT, berlina ammiraglia del marchio nato come joint venture tra BYD e Mercedes-Benz. La vettura dotata di tre motori elettrici è lunga 5 metri, ma riesce a conservare una certa agilità grazie alla capacità delle ruote posteriori di “pattinare” tenendo l’anteriore fermo. Inoltre la Z9 GT riesce a ruotare tutte le sue ruote sterzanti nella medesima direzione, sino a 15°. In pratica, la berlinona riesce ad eseguire in scioltezza manovre anche in spazi angusti.
Insomma, l’offerta cinese va temuta non solo per la leva prezzo (al netto dei dazi). Ma per il fatto che da Pechino stanno premendo sempre di più l’acceleratore sulla tecnologia, proponendo soluzioni d’avanguardia anche originali che non sono così frequenti nelle vetture della concorrenza occidentale. Che per il momento punta sulla riconoscibilità dei propri marchi, sull’affidabilità del loro nome e sull’efficienza. Basterà ancora?