Un‘indagine condotta da Google in otto Paesi europei ha sollevato interrogativi cruciali sul reale valore economico delle notizie online per i grandi motori di ricerca. Secondo il rapporto pubblicato da Paul Liu, Direttore dell’area economica di Google, l’impatto economico dell’assenza dei contenuti giornalistici nei risultati di ricerca e su Discover è stato praticamente nullo.
Lo studio, realizzato per rispondere alle richieste di trasparenza da parte di editori e regolatori a seguito dell’entrata in vigore dell’articolo 15 della Direttiva europea sul diritto d’autore, ha coinvolto 1% degli utenti in Italia, Spagna, Polonia, Paesi Bassi, Belgio, Grecia, Danimarca e Croazia per oltre due mesi. A questi utenti è stato impedito di visualizzare contenuti provenienti da oltre 13.400 domini riconducibili a testate giornalistiche.
Risultati sorprendenti
Il calo degli utenti attivi giornalieri (DAU) su Google Search è stato limitato a -0,77%, mentre su Discover si è registrato un -5,47%. Tuttavia, nonostante questi piccoli cali, l’impatto sui ricavi pubblicitari è stato insignificante. Le entrate da Search sono rimaste stabili (+0,02% nella popolazione generale), mentre quelle da Discover sono diminuite di circa il 2%, comunque marginali rispetto al totale dei ricavi del gruppo.
Il caso emblematico della Spagna
In Spagna, dove gli utenti hanno storicamente dimostrato maggiore sensibilità alla rimozione delle notizie, Google News ha visto addirittura un incremento del +11,73% dei DAU, a dimostrazione che gli utenti hanno cercato attivamente alternative per accedere ai contenuti giornalistici, compensando l’assenza nei canali tradizionali.
Una provocazione per l’industria editoriale europea
Il messaggio implicito del rapporto è chiaro: per Google, le notizie non sono economicamente indispensabili. Una conclusione che rischia di indebolire ulteriormente la posizione negoziale degli editori europei nella ridefinizione dei rapporti con le piattaforme digitali. Ma il problema non si risolve con l’eliminazione delle notizie dai motori di ricerca. La vera domanda è: che futuro hanno le notizie di qualità se anche i giganti del web possono farne a meno?
Il rapporto, pur basato su un rigoroso esperimento controllato, non deve essere interpretato come una condanna al valore dell’informazione. Al contrario, sottolinea la necessità urgente di nuovi modelli di collaborazione, in cui l’informazione venga valorizzata non solo per il traffico che genera, ma per il ruolo essenziale che svolge nella democrazia. L’Europa dovrà decidere se lasciare che il mercato detti legge, o se intervenire per garantire un ecosistema informativo sostenibile.