Inglese, cinese e non solo: ecco quali sono le lingue più parlate al mondo con il numero di persone che si esprimono nei vari idiomi e la loro distribuzione sul Pianeta.
Quando pensiamo alle lingue più parlate al mondo, la conclusione più logica e scontata sarebbe pensare all’inglese come quella che conquista il primato di favella che coinvolge più esseri umani su questo malandato pianeta. E in effetti è così. Ma è altrettanto scontato pensare all’altra lingua più parlata al mondo, ovvero il cinese.
Gli ultimi dati infatti parlano di un quasi testa a testa tra le due. Se è vero che l’inglese è la lingua franca globale, una sorta di koiné del mondo moderno e contemporaneo, il cinese nella versione mandarino può contare su un numero di parlanti altrettanto vastissimo.
L’inglese è la lingua più parlata al mondo, ma il cinese la tallona
Stilando, quindi, una classifica, l’inglese svetta con 1,5 miliardi di parlanti in tutto il mondo. Ci sono diversi fattori che spiegano il successo di una lingua che ha anche contaminato con determinati vocaboli quelle madri che si parlano in Paesi non anglofoni.
Il ruolo dell’Impero Britannico nel colonizzare i territori esteri nel XIX secolo e quello degli Stati Uniti nel fare altrettanto – ma dal punto di vista più culturale – all’alba della globalizzazione hanno infatti reso possibile tutto ciò. I mezzi di comunicazione di massa hanno fatto il resto, così come il mondo del lavoro e del business (appunto, una parola inglese). Ad aiutare questa lingua anche la sua grammatica non così complessa, alla pari delle proprie strutture sintattiche.
L’inglese è tallonato dal cinese mandarino che, all’opposto, per gli occidentali presenta delle notevoli complessità. Anzitutto perché non parliamo di una lingua indoeuropea, né neolatina, con caratteri completamente diversi dai nostri alfabeti, ma non solo. Al di là di questa differenza macroscopica, il cinese è, infatti, una lingua tonale, il che vuol dire che una stessa parola può variare parecchio di significato a seconda della sua intonazione. Una stessa sillaba, infatti, può essere pronunciata in quattro modi diversi. Celebre l’esempio della parola mā (媽), che può vuol dire tra le altre cose “mamma” oppure “cavallo” a seconda dell’intonazione. Inoltre è una lingua che sfrutta nell’uso comune solo una parte dei più dei 50.000 caratteri del suo alfabeto. Si dice che ne bastino 3.000 per un’adeguata comprensione del linguaggio.
Il cinese mandarino, uno dei vari gruppi linguistici del Paese (sono in tutto sulla decina), oggi è parlato nel mondo da 1,1 miliardi di persone. Originata nel periodo della dinastia Ming, tra il 1368 e il 1644, questa variante è parlata da circa l’80% della popolazione della Cina.
Sul podio l’hindi, lo spagnolo è quarto
Sul podio delle lingue più parlato nel mondo l’hindi con i suoi 602 milioni di parlanti. Anche qui parliamo di una realtà dominante rispetto alle altre favelle in India, che rientra nel ceppo indoeuropeo.
Al quarto posto lo spagnolo, frutto anch’essa dell’espansione coloniale avvenuta nell’America centrale e meridionale, oltre alla zona caraibica. Il che ha originato delle varianti rispetto al principale ceppo castigliano. In tutto il mondo lo spagnolo è parlato da 548 milioni di persone.
Il francese tra le prime cinque lingue parlato nel mondo
Segue poi la lingua franca prima dell’ascesa dell’inglese, ovvero il francese che oggi riguarda 274,1 milioni di parlanti e che ha rappresentato il linguaggio della diplomazia nell’Europa intorno al XVII secolo come dimostra la celebre frase attribuita a Carlo V (“Parlo in spagnolo a Dio, in italiano alle donne, in francese agli uomini e in tedesco al mio cavallo”). In seguito anche la Francia ha portato avanti l’avventura coloniale tra il XVIII e XIX secolo, e rispetto alle altre neolatine come l’italiano ha mantenuta una certa resistenza all’ingresso di forestierismi inglesi.
Il resto della classifica, dall’arabo in poi, e il piazzamento dell’italiano
Al sesto posto delle lingue più parlato al mondo la prima semitica della classifica, ovvero l’arabo, con 274 milioni di parlanti. La sua espansione è dovuta alle conquiste islamiche avvenute nell’area mediterranea, attecchendo in particolare nel nord dell’Africa. La particolarità di questa lingua è la presenza di tre vocali (o meglio, suoni vocalici che devono essere inferiti dalla parola e dal contesto semantico) e di un alfabeto prettamente consonantico. Non sono previsti a livello grafico maiuscole. L’arabo si parla principalmente nel Medio Oriente, nell’Asia orientale, meridionale e sud-est asiatico, e nella citata Africa.
Il resto della top ten vede al settimo posto la lingua bengalese (di tipo indoeuropeo) con 272 milioni di parlanti, su cui anche in questo caso pesa l’emigrazione dal Bangladesh nel resto del mondo. Segue il russo (258 milioni di parlanti), il portoghese (257,7 milioni, frutto anche delle avventure coloniali che hanno lasciato il segno in particolare in Brasile) e infine l’urdu, la lingua indo-ariana del Pakistan e India parlata da 231 milioni di persone.
E l’italiano? Secondo dati del 2021, forniti da Ethnologue, in una classifica per parlanti madrelingua (e che vede quindi il cinese mandarino al primo posto, seguito da spagnolo e inglese), la nostra lingua è parlata da 64,8 milioni di persone. Ponendoci quindi al 23esimo posto della classifica globale.