Che differenza c’è tra idrogeno verde e blu e quanto se ne produce nel mondo?

| 05/03/2025

L’idrogeno sta acquisendo sempre più importanza nell’ambito della transizione ecologica e verso la decarbonizzazione. Ma c’è idrogeno e idrogeno: ecco quali sono le differenze tra quello verde e blu e a che punto siamo con la produzione mondiale (e con i progetti in Italia).

Nel panorama delle fonti energetiche alternative l’idrogeno è passato da teoria utopica a possibilità concreta di poter fornire elettricità, in particolare per i mezzi di trasporto (meglio se pesanti), partendo dalle celle a combustibile e con emissioni nocive pari a zero grazie a questo vettore che come tale immagazzina l’energia per poi essere trasportata e distribuita (non è quindi una fonte di energia diretta, insomma).

Idrogeno verde, grigio, blu e viola: quali le differenze?

La perfetta quadratura del cerchio della sostenibilità è possibile con l’idrogeno verde, ovvero quello prodotto non da fonti fossili, ma da quelle rinnovabili. Questa tipologia non è presente in natura, ma si crea tramite dei processi di elettrolisi dai quali poi si origina l’idrogeno verde, che a sua volta produce energia e come prodotto di scarto vapore acqueo. Esso si presta allo stoccaggio e può essere utilizzato come abbiamo anticipato per il trasporto come carburante alternativo, ma anche in altri settori come quelli industriali.

La variante verde, quindi, è diversa rispetto all’idrogeno grigio, che in estrema sintesi è prodotto da fonti fossili, in particolare il carbone tramite processi di gassificazione. Come si può intuire, tutto ciò produce un notevole impatto in termini di emissioni di CO2 (stesso dicasi per i processi di steam reforming che coinvolgono il metano o il metanolo, trattati con vapore acqueo).

In alternativa, abbiamo l’idrogeno blu, che parte ugualmente da un processo che contempla l’uso dei combustibili fossili, ma una parte delle emissioni di CO2 vengono, invece, catturate tramite i processi di Carbon Capture and Sequestration. Esiste poi l’idrogeno viola, le cui fonti sono quelle nucleari, o meglio tramite l’acqua prodotta in una centrale. Al pari di quello verde le emissioni inquinanti sono nulle.

Il problema della versione verde è la quantità di energia necessaria per la produzione di quella in uscita, con un rapporto alquanto sbilanciato. Al momento, con l’elettrolisi, servono quasi 60 kWh/kh di idrogeno per produrre 1 kg di idrogeno verde.

Gli investimenti globali in idrogeno blu e verde

Siamo ancora, quindi, in una fase aurorale per quanto riguarda la produzione di H2 che possa coprire esigenze energetiche vaste e con costi sostenibili. Paesi, istituzioni e aziende, tuttavia, stanno investendo sempre di più in ricerca e sviluppo, scommettendo su questa frontiera dell’energia sostenibile e che ben si coniuga con gli obiettivi di neutralità climatica per il 2050.

Questo spiega lo sforzo economico di realtà come l’UE e diversi Paesi nei confronti di questo vettore, nonostante i costi di produzione per quello verde restino per ora alti come abbiamo visto. Si stima, comunque, un abbattimento degli stessi nei prossimi decenni, unitamente alla crescita della domanda. L’ipotesi è che entro il 2050 l’idrogeno verde possa diventare più accessibile e persino più economico del gas naturale.

Quanti kilotoni sono stati prodotti nel mondo

Intanto, vediamo quanti kilotoni di idrogeno verde e blu sono stati prodotti nel mondo nel 2023, secondo i dati del rapporto Statistical Review of World Energy del 2024 dell’Energy Institute, citati da Visual Capitalist.

Si nota, anzitutto, che la variante blu ha una diffusione maggiore di quella verde anche per via dell’utilizzo dell’attuale infrastruttura del gas naturale. Tradotto in numeri, nel 2023 sono stati prodotti 4.687,3 kilotoni di idrogeno blu, contro i 147,6 kilotoni di quello verde.

Dalla tabella notiamo poi la leadership quasi condivisa tra Nord America e la regione dell’Asia Pacifica, anche se quest’ultima svetta in termini di produzione di idrogeno verde. A trainare ci pensa la Cina con compagnie che stanno facendo investimenti miliardari per questo vettore, come la Sinopec.

In Europa, invece, si stanno facendo largo i Paesi Bassi, che puntano a diventare leader nell’idrogeno. Difatti la Eneco, società olandese, ha stretto lo scorso anno un accordo d 690 milioni di dollari con la giapponese Mitsubishi per la creazione del più grande impianto di produzione di idrogeno verde al mondo (da ben 800 MW), l’Eneco Electrolyzer, che sorgerà nel porto di Rotterdam.

I progetti in Italia legati all’idrogeno verde

In Italia sono in fase di procedimento 54 progetti legati all’idrogeno verde (26 dei quali riguardano il Meridione, 7 il Centro e 18 il Nord),che dovrebbero vedere la luce nel 2026. Entro la fine di quell’anno dovrebbero sorgere hub destinati alla produzione, allo stoccaggio e alla distribuzione di questo vettore.

Società come Snam puntano a decarbonizzare entro il 2025 il trasporto dei gas: per questo motivo essa figura come partner di progetti come il SoutH2 Corridor, una rete di circa 3.300 km che sfrutterà le infrastrutture già presenti e che farà circolare l’idrogeno verde nell’area meridionale e centrale dell’Europa.

Ancora, lo scorso giugno sono partiti i lavori per far sorgere nell’area ex Rapisarda di Cernusco sul Naviglio il primo impianto italiano di elettrolizzatori, anche in questo caso proposto da Snam e anche dalla De Nora, unite assieme per questo progetto. Una gigafactory dell’idrogeno verde, insomma, che darà lavoro a 200 interni e al tempo stesso produrrà un indotto per circa 2.000 persone e che sarà finanziata con fondi del PNRR per 32 dei 100 milioni totali richiesti per l’investimento.

L’articolo qui pubblicato rientra in una collaborazione tra IF-Italia nel Futuro e Visual Capitalist, che ci consente di attingere alle sue banche dati.
Barberio & Partners s.r.l.

Via Donatello 67/D - 00196 Roma
P.IVA 16376771008

Policy
Privacy Policy
Cookie Policy
Termini e Condizioni
iscriviti alla nostra newsletter
Questo sito è protetto da reCAPTCHA e la Informativa sulla Privacy di Google, nonché i Termini di Servizio sono applicabili.