Gli Stati Uniti sono presenti in diversi angoli del mondo con le loro basi e truppe dislocate, con diverse funzioni a parte la sicurezza dei territori. Scopriamo il loro numero e approfondiamo la situazione italiana.
È possibile quantificare la presenza militare degli Stati Uniti nel mondo, intendendo le basi all’estero e il dislocamento delle forze armate? Ci sono diversi dati al riguardo che danno un’idea più o meno precisa di come gli USA abbiano trasferito fuori dai loro confini il loro personale per motivi di sicurezza, di deterrenza e di equilibri geopolitici.
I dati non classificati sulle basi militari degli Stati Uniti all’estero
Le informazioni più aggiornate riguardo le basi provengono da un rapporto del 2024 del Congresso americano, dal titolo U.S. Overseas Basing: Background and Issues for Congress. Per quanto riguarda invece sulle risorse umane dislocate, i dati (aggiornati allo scorso marzo) sono del Defense Manpower Data Center.
Premesso il fatto che parliamo di un argomento che può contemplare anche informazioni classificate, le fonti aperte ci informano di (almeno) 128 basi distribuite in 49 Paesi, tra cui ovviamente l’Italia. Altri dati risalenti però al 2021 parlano di un rapporto diverso con numero più alto di infrastrutture in un numero minore di Stati esteri, ovvero 544 basi in 43 Paesi.
La presenza americana in Giappone e il trasferimento da Okinawa a Guam
Quali che siano i numeri effettivi, sappiamo che il Giappone rappresenta la realtà fuori dai confini USA che ospita il maggior numero di basi e personale militare dislocato. La presenza si concentra in particolare nella zona di Okinawa, che occupa una posizione strategica per gli interessi nell’area asiatica e sud Pacifico: in primis perché le basi offrono un osservatorio privilegiato per tenere d’occhio la Cina e la Corea del Nord.
Tuttavia, a fine 2024, è iniziato il trasferimento di una parte delle truppe (parliamo dei Marine) di stanza ad Okinawa verso l’isola di Guam. Un accordo firmato tra Tokyo e Washington, nel 2006, ha dato il via ad un percorso di ricollocamento nell’isola che è una dipendenza americana e si trova in una posizione strategica tra i Paesi partner degli Stati Uniti, come il Giappone stesso, ma anche Taiwan, la Corea del Sud e le Filippine, e i suoi principali rivali, in primis la Cina. Questo spostamento è stato dettato anche dalla crescente ostilità della popolazione di Okinawa verso le basi americane nel loro territorio.
Le basi USA in Europa e in Corea del Sud
A seguire la presenza americana è marcata in Europa, in particolare in Germania, che presenta al suo interno la più grande base statunitense nel vecchio continente, ovvero quella di Ramstein, che occupa più di 1.400 ettari. Anche qui parliamo di un dislocamento strategico per tenere in questo caso sotto controllo le mire aggressive della Russia nei confronti dell’Europa.
Sul podio delle basi USA all’estero ritroviamo l’Asia orientale, con la Corea del Sud. Anche in questo caso i motivi sono legati al monitoraggio delle mire cinesi (in primis verso Taiwan, ma non dimentichiamo l’importanza cruciale a livello geopolitico dell’area che comprende la parte meridionale del Pacifico e l’Oceano Indiano) e della confinante Corea del Nord.
La situazione dell’Italia: le basi e le testate nucleari
Quarto posto per l’Italia, il cui numero di basi, a seconda delle fonti e dei parametri considerati, oscilla tra le 49 e le oltre 120. Questo perché non c’è solo una tipologia di base, visto che differiscono non solo per dimensioni ma anche per funzioni e scopi. Oltre alla loro segretezza.
Ad esempio, abbiamo le basi americane sorte dopo il secondo dopoguerra e controllate militarmente degli USA. Ma abbiamo anche basi Nato o altre in condivisione tra il nostro Paese, l’Alleanza Atlantica e Washington.
La più grande ed importante è quella di Aviano, una base aerea da 3,3 miliardi di dollari spesi dal Pentagono e che si estende per 5,5 milioni di m2. Essa comprende una base operativa con 188 edifici, 12 ricoveri blindati e corazzati per i jet, e un’area sotterranea dove vengono stoccate testate nucleari, come le B61-4, una delle versioni delle bombe all’idrogeno.
Aviano, infatti, è uno dei siti che in Italia ospita questo tipo di armamenti in Italia. L’altro è la base di Ghedi: in totale nel nostro territorio abbiamo custodite 70 testate nucleari.
I siti americani sono, comunque, distribuiti in tutto il territorio italiano, da nord a sud isole comprese: da Vicenza a Poggio Renatico, da La Spezia a Tombolo, da Cecchignola a Mondragone, sino a Napoli (che ospita uno dei centri di comando della Nato e la base dei sommergibili americani dislocati nel Mar Mediterraneo), Taranto, Sigonella (snodo fondamentale per il monitoraggio della situazione in Ucraina, in particolare nei suoi confini) e i poligoni di Salto di Quirra, Capo Frasca e Teulada in Sardegna.
Le truppe USA nel mondo: i numeri
Infine, riguardo le truppe statunitensi dislocate nel mondo, va sottolineato che esse sono suddivise in sei corpi d’armata in base alle loro funzioni svolte e specializzazioni. Essi sono l’Esercito, il Corpo dei Marines, la Marina degli Stati Uniti, la US Air Force, la Space Force e la Guardia Costiera degli Stati Uniti. Di seguito i numeri del personale americano nelle basi estere.
