Criptovalute e guadagni passivi: quanto c’è di vero?

| 22/02/2025
Criptovalute e guadagni passivi: quanto c’è di vero?

Lo staking di criptovalute è spesso presentato come un metodo sicuro per ottenere rendite passive. Tuttavia, studi recenti mostrano che la volatilità del mercato e i rischi normativi potrebbero compromettere la sostenibilità di questa strategia. È davvero un’opportunità o un’illusione finanziaria?

L’illusione del guadagno passivo nel mercato crypto

Nel mondo finanziario del 2025, il concetto di guadagno passivo attraverso le criptovalute si è ormai radicato nella percezione collettiva. Lo staking è una pratica che permette di bloccare criptovalute per ottenere rendimenti periodici e viene spesso descritto come una strategia sicura e profittevole. Ma quanto c’è di solido in questa narrativa? È davvero possibile ottenere guadagni stabili con un sistema basato su asset volatili e ancora poco regolamentati?

Negli ultimi anni, piattaforme come OnStaking hanno acquisito una visibilità crescente, attirando investitori con la promessa di rendimenti elevati e strumenti avanzati per gestire il proprio portafoglio. Alcuni piani offrono rendimenti giornalieri garantiti, come il famoso “Ethereum Staking Plan“, che promette guadagni di 8 dollari al giorno su un deposito di 1.000 dollari, con ulteriori incentivi per chi porta nuovi investitori nel sistema. Ciò nonostante, come dimostrano recenti studi accademici, la realtà dietro questi numeri può essere più complessa e meno rosea di quanto sembri a prima vista.

Uno degli studi più interessanti in questo ambito è quello di Arushi Verma e Madhumita Chakraborty (2025), che analizza l’impatto della guerra tra Russia e Ucraina sul mercato delle criptovalute. I due ricercatori hanno dimostrato come l’attenzione mediatica nei confronti del conflitto abbia influito direttamente sul valore degli asset digitali, inizialmente spingendone la domanda, ma successivamente amplificandone la volatilità. Questo fenomeno mette in dubbio l’idea che le criptovalute possano rappresentare un rifugio sicuro nei momenti di crisi​.

La volatilità del mercato e la fragilità dello staking

L’idea dello staking nasce da un principio teoricamente semplice: immobilizzare criptovalute per un certo periodo e ottenere in cambio una ricompensa, simile agli interessi bancari. La differenza sostanziale, però, risiede nella natura dell’asset sottostante. Se i conti deposito tradizionali si basano su valute regolamentate e garantite da istituzioni finanziarie, lo staking è legato a criptovalute il cui valore può subire crolli improvvisi.

L’illusione di una rendita stabile si scontra con la realtà di un mercato in continua evoluzione, dove gli investitori devono fare i conti con fluttuazioni imprevedibili. Anche l’idea di diversificare il portafoglio di staking, investendo in più criptovalute per ridurre il rischio, si rivela spesso inefficace. Se da un lato un calo di Ethereum potrebbe essere compensato da un aumento di Cardano o Solana, dall’altro eventi esterni, come cambiamenti normativi o attacchi hacker alle piattaforme di scambio, possono impattare l’intero settore simultaneamente.

Verma e Chakraborty hanno sottolineato come, durante le prime settimane dell’invasione russa, l’interesse per le criptovalute sia aumentato proprio perché percepite come un’alternativa alle valute tradizionali. Ma la loro ricerca ha anche evidenziato che questa ondata di acquisti non ha garantito stabilità: nel lungo periodo, l’aumento dell’indice di volatilità (VIX) ha dimostrato che gli investitori tendevano a rifugiarsi in asset più sicuri, ridimensionando la fiducia nel settore crypto​.

Rischi nascosti e regolamentazione incerta

Uno degli aspetti meno discussi nel mondo dello staking riguarda il rischio di controparte. A differenza dei conti deposito bancari, protetti da assicurazioni statali, lo staking dipende interamente dall’affidabilità della piattaforma scelta. Non è raro che alcune aziende, dopo aver raccolto fondi da migliaia di investitori, dichiarino bancarotta o spariscano improvvisamente, lasciando gli utenti senza possibilità di recuperare i propri asset.

Anche le autorità di regolamentazione stanno iniziando a guardare con maggiore attenzione al fenomeno. La crescente preoccupazione per la sicurezza degli investimenti in criptovalute sta portando diversi governi a introdurre normative più rigide, che potrebbero influenzare direttamente la redditività dello staking. In alcuni Paesi, ad esempio, si sta discutendo di vietare le piattaforme di staking centralizzate, imponendo che gli investitori gestiscano direttamente i propri fondi su blockchain decentralizzate. Questo potrebbe ridurre il rischio di frodi, ma al tempo stesso rendere il processo più complesso e meno accessibile agli utenti meno esperti.

Le illusioni della tecnologia e il ruolo dell’intelligenza artificiale

Le piattaforme di staking più avanzate, come OnStaking, promuovono strumenti basati su intelligenza artificiale per ottimizzare gli investimenti, monitorare i rendimenti in tempo reale e suggerire strategie basate sull’analisi dei dati. Sebbene queste tecnologie possano effettivamente fornire un supporto nell’interpretazione del mercato, non possono prevedere con certezza le dinamiche future. Il valore delle criptovalute rimane influenzato da fattori esterni imprevedibili, rendendo impossibile qualsiasi garanzia di profitto a lungo termine.

Secondo lo studio di Verma e Chakraborty, gli algoritmi di previsione utilizzati nel settore crypto spesso si basano su modelli storici che non tengono conto delle variabili impreviste, come crisi geopolitiche o cambiamenti normativi improvvisi. Questo significa che, sebbene l’IA possa offrire un’analisi dettagliata delle tendenze passate, non può garantire che gli stessi schemi si ripetano in futuro​.

Lo staking è davvero una strategia sostenibile?

Alla luce di queste considerazioni, lo staking di criptovalute appare come un’opportunità potenzialmente redditizia, ma con rischi sostanziali. Le promesse di guadagni passivi elevati devono essere valutate con attenzione, tenendo conto della volatilità del mercato, della regolamentazione incerta e dei rischi di controparte.

Investire in staking senza una chiara comprensione delle dinamiche del settore può trasformarsi in una scommessa pericolosa. Gli investitori più prudenti dovrebbero considerare non solo il potenziale rendimento, ma anche i rischi associati, adottando strategie di gestione del rischio diversificate e informate.

In un contesto in cui il mondo delle criptovalute continua a evolversi rapidamente, l’unica certezza è che non esistono guadagni facili e garantiti. Solo un’analisi attenta, una conoscenza approfondita del settore e una gestione prudente degli investimenti possono fare la differenza tra un’opportunità redditizia e una perdita significativa.

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