Con il Clean Industrial Deal (CID), la Commissione europea si è impegnata ad arrivare finalmente a una politica industriale comune e pulita. Sarebbe la prima volta.
I tentativi precedenti hanno portato ad una politica industriale solo in nome. In pratica, essi hanno risentito di una mancanza di attenzione settoriale, di un coordinamento inadeguato tra i vari settori politici e di un sostegno finanziario insufficiente.
Nuovi dati provenienti da 280.000 aiuti di Stato concessi mostrano che, dei €353 miliardi concessi dal 2019 sul lato dell’offerta, solo il 12% ha puntato su settori identificati dall’UE come strategicamente importanti.
Per andare oltre le mezze misure, il CID dovrebbe ora agire rapidamente e pragmaticamente su tre fronti: in primo luogo, dovrebbe definire chiaramente quali settori specifici sostenere e perché.
In secondo luogo, anziché attendere nuovi quadri di coordinamento, dovrebbe utilizzare gli strumenti esistenti del l’UE, quali la politica commerciale, le norme sugli appalti e la regolamentazione, per sviluppare strategie specifiche per il settore. In terzo luogo, poiché i nostri nuovi dati indicano che i rischi di frammentazione nelle industrie pulite rimangono limitati, dovrebbe fare pieno uso degli strumenti di aiuto di Stato per indirizzare le sovvenzioni nazionali verso le industrie prioritarie.
Dettagli del Report
- Autore: Hertie School, Jacques Delors Center (Philipp Jäger, Policy Fellow Dr. Nils Redeker, Deputy Director)
- Anno di Pubblicazione: 2025
- Numero di Pagine: 12
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