Tra progresso e paradosso: l’Africa alla prova dell’industrializzazione verde

| 17/02/2025
Tra progresso e paradosso: l’Africa alla prova dell’industrializzazione verde

L’Africa deve conciliare sviluppo economico e sostenibilità, nonostante investimenti insufficienti e ostacoli strutturali. La transizione verde richiede strategie locali, finanziamenti mirati e collaborazione regionale per evitare che il continente resti intrappolato tra aspettative globali e necessità interne.
 

Il dilemma africano: sviluppo economico o transizione verde?

L’industrializzazione verde rappresenta una promessa e, allo stesso tempo, un paradosso per l’Africa. Il continente si trova di fronte a una duplice necessità: sviluppare la propria economia e farlo in modo sostenibile, mentre il resto del mondo le impone vincoli ambientali sempre più stringenti. Una contraddizione difficile da ignorare e una strada impervia da percorrere.
L’Africa è straordinariamente ricca di risorse naturali per la produzione di energia pulita: il 60% delle migliori risorse solari del pianeta si trova proprio qui. Ciò nonostante, questa potenzialità resta per lo più inespressa. La capacità installata di energia solare rappresenta solo l’1% del totale globale, un dato che evidenzia un divario abissale tra opportunità e realtà. Ma perché questo enorme potenziale rimane inutilizzato? La risposta non è semplice. Non si tratta solo di una questione di investimenti mancati, che pure sono fondamentali, ma anche di un approccio spesso miope, che tenta di applicare modelli di sviluppo pensati altrove a un contesto che presenta sfide e necessità completamente diverse.

La capacita’ di produzione di energia rinnovabile in Africa

Negli ultimi dieci anni, la capacità di produzione di energia rinnovabile in Africa è quasi raddoppiata, eppure il problema degli investimenti rimane critico. Solo il 2% dei finanziamenti mondiali destinati alle energie rinnovabili è stato indirizzato verso il continente. Gli investitori internazionali vedono l’Africa come un mercato instabile, con rischi troppo elevati legati alla burocrazia, alla frammentazione e sicurezza politica e alla mancanza di infrastrutture adeguate. Ma è davvero solo una questione di fiducia? O si tratta anche di una scarsa volontà di ridisegnare il sistema finanziario globale affinché sia più inclusivo e accessibile?
Uno degli ostacoli più grandi alla crescita delle energie rinnovabili in Africa è il costo elevato delle tecnologie sostenibili.

Il costo elevato delle tecnologie sostenibili

Costruire infrastrutture energetiche rinnovabili richiede investimenti ingenti che molti governi africani non possono permettersi. La produzione locale di componenti potrebbe abbassare i costi, ma senza incentivi adeguati, il settore rimane dipendente dalle importazioni, spesso troppo costose.
Inoltre, non basta trasferire tecnologie già esistenti: molte di esse sono state sviluppate in contesti radicalmente diversi e, quando applicate in Africa, si rivelano inefficaci.
Emblematico è il caso delle luci solari stradali in Nigeria: una soluzione che, sulla carta, sembrava perfetta, ma che nella pratica si è rivelata un fallimento per mancanza di manutenzione e di un piano di gestione a lungo termine.

Il peso dei fattori strutturali

Oltre ai costi, lo sviluppo di un’industrializzazione verde in Africa è rallentato da altri fattori strutturali:

  • Mancanza di personale qualificato, in grado di gestire e mantenere le infrastrutture di energia rinnovabile.
  • Inadeguatezza delle reti elettriche, che impediscono la distribuzione efficiente dell’energia prodotta.
  • Accesso limitato ai finanziamenti verdi, spesso riservati a economie più sviluppate.
  • Progetti non adatti al contesto locale, che falliscono per la scarsa attenzione alle reali necessità delle comunità.
  • Coinvolgimento insufficiente della popolazione locale, con conseguente resistenza o scarsa accettazione delle nuove tecnologie.

L’Africa si trova a un bivio. Il cambiamento climatico è già una minaccia concreta: i suoi costi per il continente oscillano tra i 5 e i 7 miliardi di dollari l’anno, e le stime indicano che questa cifra potrebbe raggiungere i 50 miliardi entro il 2030.
Allo stesso tempo, il bisogno di sviluppo economico è ineludibile. È giusto chiedere ai Paesi africani di rinunciare ai combustibili fossili quando le economie sviluppate li hanno sfruttati per secoli?
Se l’obiettivo è costruire un’industrializzazione verde efficace, il cambiamento deve essere realistico, inclusivo e adattato alle specificità locali. Le strategie imposte dall’alto, senza tenere conto delle realtà economiche e sociali, sono destinate al fallimento. Il futuro dell’Africa dipenderà dalla capacità di bilanciare sviluppo e sostenibilità, senza rimanere intrappolata tra le aspettative globali di decarbonizzazione e la necessità di garantire ai suoi cittadini un futuro migliore.

Come rendere efficace l’innovazione verde: opportunità e contraddizioni

I governi africani devono affrontare questa sfida con determinazione. Devono garantire che ogni cittadino, dalla metropoli più affollata al villaggio più remoto, possa accedere ai progetti di energia rinnovabile. Non è sufficiente immaginare un futuro alimentato dal sole e dal vento. Bisogna costruire, pezzo dopo pezzo, giorno dopo giorno, le infrastrutture necessarie. Perché ciò avvenga, servono finanziamenti e una volontà politica inarrestabile. Le tecnologie rinnovabili non possono rimanere un lusso per pochi: devono essere disponibili e accessibili e diventare parte integrante della vita quotidiana.

Ma una rivoluzione tecnologica non può prescindere dalla conoscenza. L’educazione è il fondamento di ogni progresso.
Senza competenze, senza formazione, senza una generazione di tecnici e ingegneri capaci di gestire il cambiamento, ogni sforzo rischia di crollare come un castello di sabbia. Soprattutto nelle comunità rurali, la formazione è essenziale. Ecco perché i progetti di microgrid solari gestiti dalle stesse comunità non sono solo una soluzione energetica. Sono un’opportunità, un’occasione per creare capacità locali, per rendere le persone protagoniste del proprio sviluppo.

La produzione locale

E poi c’è il cuore dell’industrializzazione verde: la produzione locale. Non basta importare pannelli solari e turbine eoliche. E’ necessario costruirli, è necessario produrli, è necessario che l’energia pulita diventi un motore di crescita economica. Se i governi sovvenzioneranno la produzione locale di componenti per l’energia rinnovabile, non solo abbatteranno i costi, ma genereranno posti di lavoro, stimoleranno il mercato, daranno all’Africa il potere di plasmare il proprio destino.
Ma un continente è fatto di nazioni e le nazioni non possono agire isolate. La collaborazione regionale è la chiave: condividere conoscenze, risorse, strategie. Creare centri di eccellenza, luoghi dove scienza e innovazione si incontrano, dove il futuro si progetta e si costruisce. L’Africa può negoziare migliori condizioni di finanziamento solo se parla con una voce sola, solo se si presenta come un’alleanza unita e determinata.

Cosa deve accadere ora?

L’industrializzazione verde non è un’utopia, ma non avverrà da sola. Servono azioni concrete, immediate, incisive:

  • Più finanziamenti climatici, inclusi capitali privati, perché senza investimenti non esiste transizione.
  • Tassazione ambientale, per scoraggiare le attività dannose e incentivare le soluzioni sostenibili.
  • Riforma delle agenzie di sviluppo multilaterali, per garantire che i fondi climatici siano realmente accessibili ai Paesi africani.
  • Banche di sviluppo con strategie su misura, perché l’Africa non può essere trattata come un mercato qualunque. Le nazioni che investono nell’energia rinnovabile devono ottenere incentivi, sgravi fiscali, e strumenti finanziari innovativi come i green bond, che attraggano investitori privati pronti a scommettere su un futuro più sostenibile.
  • Formazione professionale e istruzione superiore sulle tecnologie verdi, perché senza persone qualificate, la transizione rimarrà un sogno irrealizzabile.

L’industrializzazione verde in Africa può funzionare. Ma deve essere inclusiva, deve essere realistica, deve essere africana. Se questo percorso verrà intrapreso con determinazione, se gli investimenti verranno fatti con intelligenza, se la tecnologia sarà al servizio delle persone – e non il contrario – allora il continente potrà non solo decarbonizzare la sua economia, ma anche diventare un modello per il mondo intero.

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