L’Europa nel 2100? Saremo di meno e più vecchi. Specialmente in Italia

| 17/02/2025

Scopriamo le stime sulla popolazione in Europa nel 2100: si conferma il trend del calo demografico e dell’invecchiamento. Si salvano pochi Paesi, mentre l’Italia è fanalino di coda.

Viviamo un momento storico in cui all’Europa è richiesto di decidere cosa farà da grande, vista l’imprevedibilità dell’alleato americano e la necessità di diventare un po’ più autosufficienti nelle iniziative, a partire dalla difesa comune e la politica estera. Ma nel 2100 che ne sarà del vecchio continente? Non possiamo prevedere il futuro degli equilibri politici, ma almeno possiamo fare una previsione del suo capitale umano, ovvero la popolazione.

L’Europa toccherà il picco della popolazione nel 2026

Secondo i dati Eurostat, nel 2026, 453,3 milioni di persone vivranno nel territorio europeo. Da lì, inizierà una graduale discesa, arrivando prima ad una popolazione di 447,9 milioni nel 2050 e, cinquant’anni dopo, 419 milioni. Con un contestuale invecchiamento degli europei, la cui età media salirà entro il 2100 di 5,8 anni.
Mentre altre realtà globali come l’Asia e il Medio Oriente assistono ad una crescita demografica, da noi è confermato il famigerato inverno delle nascite (a cui non si ovvia facendo leva sul senso di colpa o di responsabilità delle persone, ma con politiche fiscali e del lavoro adeguate: ma questo è un altro discorso).

I Paesi europei in controtendenza (anche grazie all’immigrazione)

La tendenza in corso, quindi, suggerisce che il ricambio generazionale in Europa sarà sempre più complesso. Ed è un processo che nell’area orientale sta andando avanti dagli anni Novanta, mentre nella zona occidentale del continente Paesi come il Regno Unito, Francia, Svezia, Svizzera e persino Lussemburgo vanno in controtendenza, registrando da qui al 2100 segni positivi dati anche dall’immigrazione. Che, piaccia o meno, se ben gestita aiuta ad evitare il calo demografico e a rafforzare il capitale umano di un Paese.
I dati a cui ci stiamo riferendo provengono dal rapporto 2024 dell’Onu sulle Prospettive della Popolazione Mondiale. Si tratta comunque di stime teoriche e modelli suscettibili di variazione nella realtà. In ogni caso, secondo le Nazioni Uniti sette Paesi europei vedranno da qui al 2100 la loro popolazione crescere.

Il crollo dell’Italia: di meno e più anziani

L’Italia invece fa parte del nutrito gruppo delle realtà in calo, occupando tra l’altro una posizione da fanalino di coda. Entro il 2100 avremo una diminuzione della popolazione (con mancato ricambio) di 23,8 milioni, il 40% in meno. Peggio di noi solo l’Ucraina, che registra un purtroppo notevole -61%.
Un calo confermato anche dall’Eurostat, che parla di una decrescita traducibile in -8.835.609 italiani da qui al 2100. La maggior parte donne (5.453.272). E se da un lato salirà l’aspettativa di vita (89,9 anni per gli uomini, 93,5 per le donne), la nostra popolazione sarà più vecchia mediamente di 5 anni. Gli over 65 entro il 2100 saliranno quindi del 26,7% sul al totale della popolazione rispetto al 2022.
Saremo, quindi, meno italiani, però più longevi. Ma con conseguenti costi per il sistema sanitario e pensionistico, oltre alla diminuzione della platea fiscale con il mancato ricambio della popolazione attiva e lavoratrice.

L’articolo qui pubblicato rientra in una collaborazione tra IF-Italia nel Futuro e Visual Capitalist, che ci consente di attingere alle sue banche dati.
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