Il chatbot R1 sviluppato in Cina ha scosso il mondo dell’AI, dal lancio avvenuto il 20 gennaio scorso. In pochi giorni ha superato ChatGPT come app più scaricata in Usa e UK. Tuttavia, preoccupazioni sulla sicurezza e la privacy hanno portato a divieti e indagini in diversi paesi. Molti governi ne stanno valutando la regolamentazione e il suo futuro appare incerto.
Il chatbot DeepSeek-R1, sviluppato in Cina, ha fatto il suo ingresso nel mondo dell’intelligenza artificiale il 20 gennaio, creando un’ondata di interesse senza precedenti.
In soli sette giorni ha superato ChatGPT, diventando l’app gratuita più scaricata negli Stati Uniti e nel Regno Unito.
Globalmente, 12 milioni di persone hanno scaricato l’app DeepSeek nelle prime 48 ore dal lancio, segnando una crescita più rapida rispetto al suo concorrente di OpenAI.
Nonostante il successo, DeepSeek ha sollevato preoccupazioni di sicurezza e privacy tra i governi di tutto il mondo.
Preoccupazioni che hanno portato a divieti o indagini in diversi paesi. Ecco cosa è successo finora e cosa potrebbe riservare il futuro a DeepSeek.
Chi sta prendendo di mira DeepSeek e perché?
Sempre più paesi stanno esprimendo preoccupazioni sul chatbot DeepSeek-R1, intraprendendo azioni che vanno dalle denunce sulla privacy a indagini più ampie o divieti di uso del software. Ecco la lista attuale:
- UE: l’Italia è stata la prima a lanciare un’indagine sulle pratiche di sicurezza e privacy dei dati di DeepSeek, il 28 gennaio 2025. Altri membri dell’UE, come Francia, Paesi Bassi, Lussemburgo, Germania e Portogallo, hanno fatto scattare indagini simili. Nell’UE, gli Stati hanno presentato denunce in base al GDPR, dopo aver esaminato la politica sulla privacy della piattaforma e aver trovato “numerose violazioni” delle norme europee.
Queste includono trasferimenti di dati dei cittadini in Cina senza le necessarie garanzie, informazioni poco chiare su come i dati dei clienti vengono utilizzati per il profiling online, informazioni non trasparenti sui periodi di conservazione dei dati e altro ancora.
- Stati Uniti: la Marina Usa e la NASA hanno vietato l’uso di DeepSeek ai loro dipendenti per preoccupazioni di sicurezza ed etiche. Il Texas è finora l’unico stato americano ad aver emesso un divieto di DeepSeek su tutti i dispositivi governativi. Tuttavia, un nuovo disegno di legge potrebbe estendere il divieto a tutti gli altri stati. Un’altra proposta di legge potrebbe vedere gli utenti statunitensi di DeepSeek sanzionati con multe milionarie o persino con pene detentive.
- Taiwan: le autorità taiwanesi hanno vietato l’uso di DeepSeek a tutte le agenzie governative, lo scorso 3 febbraio, citando rischi per la sicurezza delle informazioni del Paese, le preoccupazioni sulla censura del chatbot e il pericolo che i dati degli utenti siano inviati in Cina.
- Australia: l’Australia ha vietato DeepSeek su tutti i dispositivi e sistemi governativi la scorsa settimana. Secondo quanto riportato dalla BBC, le autorità hanno affermato che il divieto non è dovuto al fatto che l’app sia cinese, ma al “rischio inaccettabile” che rappresenta per la sicurezza nazionale.
- Corea del Sud: il 6 febbraio, la Corea del Sud ha vietato l’uso di DeepSeek ai dipendenti dei ministeri del Paese a causa di preoccupazioni sulla sicurezza.
Le motivazioni dietro i divieti
Secondo Lauren Hendry Parsons, direttore delle Comunicazioni & Advocacy di ExpressVPN, queste azioni non devono sorprendere. Il settore pubblico e privato sta utilizzando ampiamente strumenti di intelligenza artificiale, rendendo cruciale garantire il rispetto delle normative sulla protezione dei dati come il GDPR.
“La mancanza di chiarezza sul potenziale bias di DeepSeek e su dove vengono inviati i dati degli utenti dovrebbe provocare azioni da parte dei principali regolatori e legislatori”, ha dichiarato Parsons. “Mi preoccuperei di più se i paesi non esercitassero indagini relative alla privacy o non intraprendessero alcuna azione.”
Un rischio maggiore rispetto a ChatGPT
L’R1 di DeepSeek è l’alternativa cinese a ChatGPT, Gemini e chatbot simili sviluppati negli Stati Uniti: cosa lo rende meno sicuro?
È giusto ricordare che, nell’aprile 2023, anche il chatbot di OpenAI ha avuto problemi in Europa, con il Garante italiano che lo aveva temporaneamente vietato per preoccupazioni sulla privacy.
Il recente audit dell’UE sulla politica della privacy di DeepSeek, però, è stato particolarmente sorprendente: ha rivelato che il chatbot cinese registra tutti i tipi di dettagli degli utenti, inclusi i modelli di battitura, sufficienti – da soli – per una denuncia in base al GDPR.
Gli esperti di sicurezza hanno anche scoperto che DeepSeek è 11 volte più pericoloso di altri chatbot AI; i criminali informatici potrebbero sfruttare il servizio per generare contenuti dannosi e codici maligni.
DeepSeek, le prospettive future
Sebbene sia ancora difficile prevedere cosa potrebbe accadere in seguito, la pressione continua su DeepSeek avrà inevitabilmente un impatto sull’azienda cinese di AI e, forse, anche sull’industria dell’AI in generale.
È prevedibile che altri paesi si uniranno alla lista dei governi che cercano di intraprendere azioni contro il nuovo chatbot AI.
Paesi con preoccupazioni di sicurezza informatica elevate, come Giappone e India, o giurisdizioni con leggi rigorose sulla sovranità dei dati, come Russia o Brasile.
Questi sforzi legali potrebbero portare a divieti di utilizzo e a multe, che potrebbero costringere DeepSeek a modificare le sue pratiche sui dati.
Su scala più ampia, queste azioni potrebbero aprire la strada a un quadro internazionale che stabilisca nuovi precedenti per la regolamentazione dell’AI.
I divieti e le azioni legali, da soli, non risolveranno tutti i problemi.
Per trovare una soluzione bisognerebbe promuovere un panorama tecnologico competitivo ed educare i consumatori.
Non basta concentrare tutte le attenzioni sulle aziende cinesi, poiché è noto che alcuni giganti tecnologici statunitensi che operano nel settore dell’AI hanno pratiche di privacy altrettanto discutibili.