Negli ultimi tempi il debito pubblico degli Stati Uniti ha assunto proporzioni senza precedenti. Ma chi è che lo detiene, e chi ne possiede la maggiore quota?
Il debito pubblico degli Stati Uniti sta toccando vette clamorose. Nel dicembre 2024 si è attestato a quota 35,1 trilioni di dollari, o per capirci meglio migliaia di miliardi di dollari. L’anno prima, nello stesso periodo, ammontava a 34,4 trilioni.
Le cause dietro al debito pubblico da record degli Stati Uniti
Cosa sta succedendo negli USA, un Paese dove non c’è una cultura così forte dello Stato spendaccione come da noi? A pesare su un indebitamento che gli analisti definisco poco, se non per nulla, sostenibile, sono gli effetti a lungo termine della crisi pandemica, che ha richiesto stimoli per rilanciare l’economia. Ma al di là della spesa pubblica legata anche agli apparati militari, la sanità o le pensioni, ha pesato anche l’aumento dell’inflazione e dei tassi di interesse.
La voragine del debito potrebbe allargarsi
Le previsioni sono altrettanto fosche. Come ha affermato in una intervista rilasciata lo scorso settembre al Sole 24 Ore Davide Serra, fondatore ed amministratore delegato di Algebris Investments, a questo ritmo “il debito/PIL americano salirà di circa venti punti nei prossimi dieci anni e ancora di più se dovesse esserci una recessione nel frattempo. Non sono proiezioni solo nostre, lo dice il Congressional Budget Office”. E ancora, il debito “in dieci anni sarà circa il 60% in più, 50.000 miliardi”. E, aggiunge Serra, “con il passare del tempo e l’aumentare della dimensione, la presenza di grandi compratori globali sarà sempre più importante”.
Chi detiene il debito americano? I dati
A tal proposito, chi possiede il debito americano?
Ci vengono in soccorso i dati riportati da Visual Capitalist basati su uno studio di fine 2023 della Peter G. Peterson Foundation, che ha raccolto le informazioni dal Dipartimento del Tesoro statunitense.
Prendendo come riferimento i 34,4 mila miliardi di dollari del 2023, 27,3 (ovvero il 79% del totale) rappresentavano “il debito di tipo pubblico detenuto da investitori nazionali ed esteri”, che hanno acquistato buoni del Tesoro emessi dal Dipartimento USA per coprire il deficit di bilancio.
I maggiori detentori esteri (la cui quota totale è passata dal 49% del 2011 al 20% del 2022) del debito americano sono Giappone, per 1.100 miliardi di dollari, e Cina, con più di 800 miliardi.
Il 21% dell’indebitamento USA, pari a 7.000 miliardi di dollari, nel 2023, era rappresentato dal debito intragovernativo, ovvero con una esposizione verso i vari enti pubblici americani.
A detenere la quota maggiore di debito pubblico statunitense comunque resta la Federal Reserve, con una quota di 5.240 miliardi di dollari.

Trump e i rischi di un ulteriore indebitamento
La presidenza Trump pare non voler fare marcia indietro sull’indebitamento federale. Un esempio al riguardo è emblematico. Nonostante il Dipartimento creato ad hoc con a capo Elon Musk e Vivek Ramaswamy per sfoltire la spesa ritenuta inutile, a fine 2024, era stata presentata una proposta di legge supportata dall’allora Presidente eletto che avrebbe fatto slittare il tetto del debito (il cui limite è deciso dal Congresso ogni anno) nel prossimo biennio. Cosa che avrebbe fatto salire l’indebitamento sino a 5.000 miliardi di dollari. Alla fine questo disegno di legge è stato bocciato da una maggioranza che ha raccolto tra le proprie fila i democratici e anche una parte dei repubblicani.