La Cina risponde ai dazi imposti da Trump sui prodotti cinesi imponendoli a sua volta su diverse importazioni statunitensi. Nel frattempo annuncia un’indagine antitrust su Google e altre misure commerciali.
Mentre Trump sospende l’imposizione dei dazi nei confronti di Canada e Messico, almeno per altri 30 giorni, e’ in programma nei prossimi giorni un colloquio, ancora da definire nei tempi e modalita’, tra il presidente americano e quello cinese, Xi Jinping.
Cina piu’ consapevole e preparata
La Cina e gli Stati Uniti hanno gia’ intrapreso una guerra commerciale nel 2018, ma questa volta la Cina appare molto piu’ consapevole e preparata a contrastare le mosse amerciane.
L’America dipende dalla Cina per molti minerali critici, come gallio, germanio, grafite e qualunque restrizione imposta da Pechino potrebbe apportare danni significativi all’economia americana.
In attesa di ulteriori sviluppi la Cina implementerà una tariffa del 15% sul carbone e sui prodotti del gas naturale liquefatto, nonché una tariffa del 10% sul petrolio greggio, sulle macchine agricole e sulle auto a motore di grandi dimensioni importate dagli Stati Uniti. Le tariffe entreranno in vigore il 10 febbraio.
I minerali critici. Controlli sulle esportazioni
Oltre ai dazi, la Cina ha annunciato controlli sulle esportazioni su diversi elementi fondamentali per la produzione di prodotti moderni ad alta tecnologia, come il tungsteno, tellurio, bismuto, molibdeno e indio, molti dei quali sono designati come minerali critici dagli Stati Uniti.
I controlli sulle esportazioni si aggiungono a quelli che la Cina ha posto a dicembre su elementi chiave come il gallio.
Anche le aziende statunitensi hanno avuto un impatto
Inoltre, l’Amministrazione statale cinese, sulla base del Market Regulation, ha dichiarato che sta indagando su Google accusata di violare le leggi antitrust.
Non è chiaro come tutto cio’ influenzerà le operazioni di Google.
Google ha una presenza limitata in Cina e il suo motore di ricerca è bloccato nel Paese come la maggior parte delle altre piattaforme occidentali.
Google è uscita dal mercato cinese nel 2010 dopo aver rifiutato di rispettare le richieste di censura da parte del governo cinese e a seguito di una serie di attacchi informatici.
Nel mirino PVH Group e Illumina
Il Ministero del Commercio ha anche inserito due società americane in un elenco di entità inaffidabili: PVH Group, che possiede Calvin Klein e Tommy Hilfiger, e Illumina, società di biotecnologie con uffici in Cina.
L’inserimento nell’elenco impedisce loro di impegnarsi in attività di importazione o esportazione legate alla Cina e di effettuare nuovi investimenti nel Paese.
Pechino ha iniziato a indagare su PVH Group nel settembre dello scorso anno dopo che la società avrebbe boicottato l’uso del cotone dello Xinjiang.