La crisi internazionale determinata dalla pandemia ha reso difficili le interazioni globali e ha imposto alle persone sfide legate all’isolamento. Tuttavia, non si può trascurare la resilienza delle comunità locali nell’affrontare questa situazione, né la capacità delle persone di trovare modalità creative per mantenere la comunicazione.
La crisi internazionale determinata dalla pandemia ha reso difficili le interazioni globali e ha imposto alle persone sfide legate all’isolamento. Tuttavia, non si può trascurare la resilienza delle comunità locali nell’affrontare questa situazione, né la capacità delle persone di trovare modalità creative per mantenere la comunicazione.
La Risoluzione Alternativa delle Controversie
Nel mio campo professionale, la Risoluzione Alternativa delle Controversie (ADR-Alternative Dispute Resolution), la tecnologia si è rivelata, almeno in buona parte, una soluzione valida per sostituire la pratica di incontri tra le parti in presenza.
L’uso della tecnologia virtuale si è dimostrato efficace, poiché i partecipanti accettano facilmente di partecipare tramite Zoom, MS Teams e altre piattaforme simili, con l’obiettivo di risolvere controversie anche molto complesse senza dover sostenere i costi, le inefficienze e le difficoltà logistiche degli incontri in presenza.
È semplice posizionare i partecipanti alla mediazione in stanze virtuali separate, consentendo al mediatore di accedere a ciascuna parte in modo confidenziale per facilitare il dialogo. Dopo discussioni riservate con ciascuna delle parti, il mediatore può veicolare le rispettive proposte cercando di colmare il divario tra le posizioni espresse.
Favorire le buone maniere
Inoltre, è importante sottolineare come la tecnologia e Internet possano favorire le “buone maniere” (civility1) nella mediazione, riducendo l’emotività personale che spesso agisce come barriera alla risoluzione delle liti. Quando le parti coinvolte interagiscono virtualmente con l’ausilio di un mediatore, invece di confrontarsi direttamente, è spesso più facile concentrarsi sui contenuti della controversia, senza che rabbia, frustrazione o altre emozioni negative ostacolino il processo di risoluzione della vicenda. Le buone maniere e la ragionevolezza sostituiscono tali emozioni quando i partecipanti interagiscono esclusivamente tramite il mediatore, evitando o limitando gli incontri diretti.
Altre procedure ADR che hanno beneficiato della tecnologia
Oltre alla mediazione, altre procedure di ADR hanno beneficiato della tecnologia. Negli ultimi decenni, ho utilizzato Internet per invitare i richiedenti risarcimento, dopo la risoluzione di una controversia, a presentare le loro richieste online tramite moduli standard, allegando la documentazione richiesta senza dover spedire nulla o incontrarsi di persona. Il processo di risarcimento può così svolgersi interamente online, come è avvenuto con il ‘Gulf Coast Claims Facility’, dopo l’esplosione della piattaforma petrolifera Deepwater Horizon nel Golfo del Messico nel 2010, con oltre 1 milione di richieste risarcitorie pervenute. Questa gestione online si è rivelata efficace anche in altri programmi di risarcimento, come nei noti casi di abuso sessuale presentati contro il clero in diverse diocesi negli Stati Uniti.
Anche in questo contesto, la tecnologia contribuisce a ridurre rabbia e frustrazione, offrendo ai richiedenti insoddisfatti la possibilità di essere ascoltati tramite videoconferenze con l’amministratore del fondo di risarcimento.
In modo riservato, i richiedenti possono esprimere le proprie opinioni e frustrazioni, avviando una conversazione diretta senza doversi presentare fisicamente.
Queste sessioni virtuali confidenziali consentono ai richiedenti di sentirsi ascoltati e di vedere le loro osservazioni considerate con attenzione. Anche in questo caso, le buone maniere diventano centrali nelle sessioni di ascolto.
YPPO, l’importanza della tecnologia avanzata come strumento per prevenire e gestire conflitti quotidiani
Nel mio ruolo di Senior Mediation Advisor della Fondazione Italiana Dialogue Through Conflict (DTC), un’organizzazione benefica dedicata a promuovere interazioni più costruttive tra persone e organizzazioni (www.dialoguethroughconflict.org), ho sperimentato direttamente l’importanza della tecnologia avanzata come strumento per affrontare non solo conflitti esistenti, ma anche per prevenire e gestire conflitti quotidiani sul lavoro, prima che si trasformino in contenziosi formali.
Un buon esempio è YPPO – Your Portable Personal Ombuds, un’applicazione web creata da Dialogue Through Conflict, che offre a dipendenti e dirigenti una guida confidenziale di auto-aiuto, fornendo consigli professionali su come risolvere disaccordi sul lavoro, prima che si trasformino in costosi contenziosi (www.personalombuds.com). YPPO offre un menu di opzioni, con pro e contro, per chi cerca indicazioni su come risolvere al meglio conflitti specifici sul lavoro.
La Guida ai Conflitti di YPPO evidenzia errori comuni e suggerisce opzioni sperimentate per facilitare la risoluzione.
YPPO è solo la prima soluzione digitale sviluppata da DTC per introdurre tecnologie innovative di prevenzione dei conflitti nella società civile. L’uso della tecnologia nella risoluzione delle controversie e nella promozione della pace è ancora agli inizi, ma ci sono già chiari segnali di successo. La tecnologia continuerà a evolversi in modi creativi, diventando un metodo sempre più importante per contenere le emozioni che spesso alimentano i disaccordi.