Le 20 (o meglio, 19) economie del mondo classificate non solo tramite il loro PIL, ma aggiustando i piazzamenti secondo il parametro del potere di acquisto (PPA). Ecco di cosa si tratta e come funziona.
Abbiamo dato uno sguardo all’economia globale con i Paesi classificati secondo il loro PIL, ma si potrebbe fare un’altra panoramica basandosi sul criterio della parità del potere di acquisto (PPA).
Che cos’è la parità del potere di acquisto
Di che cosa si tratta? Come dice il nome, parliamo del potere di acquisto basato però sulla valuta nazionale di un determinato Paese. In questo modo si può fare un raffronto sul prezzo di uno stesso bene acquistato con la moneta nazionale. Pensiamo ad esempio ad un modello di un’auto di una determinata marca comprato in Italia, e lo stesso modello della stessa marca in Francia. Si possono quindi aggregare beni e prodotti per determinarne il prodotto interno lordo.
Tramite i dati forniti dall’outlook dello scorso ottobre del Fondo Monetario Internazionale, si può quindi stilare una classifica – in dollari internazionali – delle economie del mondo aggiustandole secondo il parametro del PPA. Questa classifica, riportata anche da Visual Capitalist, considera i Paesi del G20, allargando quindi lo sguardo dall’originario G7 ai BRICS e alle economie emergenti (mancano nel computo però gli enti sovranazionali comunque membri del G20, come l’UE e l’Unione Africana).
La Cina e i BRICS in vetta alla classifica delle economie globali
Tramite questo parametro quindi la Cina svetta sugli Stati Uniti, al contrario della classifica in base solo al PIL. Sul podio l’India, seguita da Russia e Giappone. Da sottolineare poi il piazzamento dell’Italia, ottava economia al mondo ma che in questo caso scivola fuori dalla top ten aggiustando il tiro sulla parità di acquisto.
Come si vede i Paesi del BRICS svettano utilizzando il punto di vista del PPA, proprio perché le realtà a basso e medio reddito presentano dei costi inferiori (come quelli del lavoro e delle merci, servizi e beni scambiati) rispetto a quelli con redditi più alti, restituendo una fotografia più precisa del potere di acquisto e dello stato di salute di una economia.
Il parametro ha degli aspetti positivi, come la relativa stabilità nel tempo dei tassi di cambio rispetto a quelli di mercato. Ma è anche ovviamente opinabile e non esente da fallacie (come presupporre che le persone acquistino ovunque sul pianeta gli stessi beni e servizi. Né si tiene conto delle caratteristiche di ogni economia o delle differenze qualitative tra i prodotti, avverte Visual Capitalist).